15/02/2019

“Bio2energy”: in Toscana l’economia circolare è Bio

Dai rifiuti organici nascono biocarburanti e bioprodotti.

Firenze, 15.02.2019 – Carburanti rispettosi dell’ambiente, fertilizzanti innovativi, bioplastiche e bioprodotti sono il frutto della gestione di matrici organiche: questo è Bio2Energy. Il progetto, i cui risultati sono stati presentati oggi a Firenze, partito a settembre 2016, ha lo scopo di incrementare la produzione di energia rinnovabile e recuperare materia dai rifiuti, grazie ad una proficua collaborazione tra il mondo della ricerca ed il tessuto produttivo toscano.  Nella nostra regione, quindi, l’ economia circolare è già 2.0,  come sostengono i ricercatori del progetto che conclude il ciclo virtuoso dei rifiuti, dalle raccolte differenziate in avanti, valorizzando il patrimonio eccellente che queste  risorse rappresentano.

Bio2energy è il primo progetto, a livello internazionale, che permette la creazione di biometano e bioidrogeno da scarti organici, gestendo sinergicamente i rifiuti (nello specifico la frazione organica) provenienti dalla raccolta differenziata ed i fanghi di depurazione civile, frutto dell’azione di recupero di materia che avviene negli impianti. Questa sperimentazione in scala preindustriale, avviata presso la linea fanghi del depuratore di Viareggio, permette il trattamento dei rifiuti, con produzione di biometano e bioidrogeno. I biocarburanti nascono dalla sinergia tra il materiale organico (proveniente dalla raccolta differenziata) e i fanghi di depurazione civili (provenienti da impianti di depurazione dell’acqua), attraverso la codigestione anaerobica: in assenza di ossigeno si ottiene la degradazione del materiale organico e la produzione di biogas. I residui di questo processo possono essere utilizzati come fertilizzanti naturali per l’agricoltura o per produrre bioprodotti e bioplastiche.

La produzione di biocarburanti in scala industriale permette di recuperare i cascami termici e riutilizzarli nel processo, aumentandone l’efficienza energetica complessiva e riducendone l’impatto ambientale. Basti pensare che il biometano ottenuto al pari del gas naturale può essere utilizzato come biocarburante, con produzione di emissioni dirette di CO2 del 20% in meno rispetto alla benzina e il 5% in meno rispetto al gasolio. Interessante anche la replicabilità del progetto negli impianti toscani di depurazione già attivi, e quindi la loro riqualificazione in produzioni innovative.

Il progetto FAR FAS 2014,  finanziato con il contributo dell’accordo di programma MIUR – Regione Toscana DGRT 1208/2012 con 3.000.000 di euro, rappresenta anche un caso di studio in merito al partenariato creatosi  nel percorso, tra imprese piccole e grandi (SEA Risorse SpA, Alia Servizi Ambientali SpA, Cavalzani Inox Srl) ed Università (DIEF Dip. Ingegneria Industriale,  PIN Polo Universitario Città di Prato, CNR/ICCOM).

Ufficio Stampa Alia